E’ la fotografia dell’immediato futuro della cardiologia messa a fuoco dalla Società italiana di cardiologia (Sic), riunita a Roma, il 18 dicembre, per l’83esima edizione del congresso nazionale.
Il 2023 sarà un “anno di svolta per la cura del cuore”, con un più efficace controllo del “colesterolo cattivo e dello scompenso cardiaco, grazie a nuovi farmaci sempre più efficaci e ben tollerati”. Ma novità positive ci sono anche per la diagnosi, gli interventi e la prevenzione cardiovascolare, innovazioni che “aprono la strada ad una svolta nella cardiologia nei prossimi 10 anni”.
“Un altro passo in avanti per migliorare il controllo del colesterolo è l’acido bempedoico, disponibile fra pochi mesi anche in Italia, che interviene sulla biosintesi del colesterolo con un meccanismo d’azione analogo a quello delle statine”, aggiunge Pasquale Perrone Filardi, presidente eletto Sic. “Studi clinici recenti hanno dimostrato l’efficacia nel ridurre di circa il 20% il livello di colesterolo ma senza dolori muscolari, principale effetto collaterale delle statine in associazione con l’ezetimibe, l’acido bempedoico riduce l’Ldl del 38%”.
Indolfi e Perrone Filardi sottolineano che “la riduzione dei livelli di colesterolo è un importante obiettivo di salute pubblica e in 10 anni arriverà a salvare migliaia di vite stroncate ogni anno per infarto e ictus da colesterolo cattivo”.
Nel futuro la prognosi dell’insufficienza cardiaca sarà molto migliorata e si potranno evitare fino a 40mila decessi l’anno, perché oggi disponiamo di un ‘poker d’assi’ di farmaci, betabloccanti, sacubritil/valsartan, antagonisti dell’aldosterone e glifozine, la cui piena implementazione potrà ridurre fino al 65% la mortalità e i ricoveri rispetto al 15% delle terapie convenzionali”.
Questa soluzione impiantabile di ultima generazione permette ai cardiologi interventisti di riparare in modo sicuro ed efficace la valvola tricuspide, evitando ai pazienti le complicanze di questa patologia, come la fibrillazione atriale e l’insufficienza cardiaca che impattano drammaticamente sull’aspettativa e sulla qualità di vita.
L’Arresto Cardiaco, per quanto improvviso e crudele, ci dà 5-6 minuti per intervenire e per salvare la persona colpita, ed il DEFIBRILLATORE è l’unica salvezza. Ma i defibrillatori non sono tutti uguali.
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